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Sistemi EFC per centri commerciali: 4 consigli per il professionista antincendio

Il professionista antincendio che approccia l’adeguamento di un centro commerciale si trova spesso in difficoltà quando variabili come il numero di occupanti e la metratura dell’edificio, cominciano ad incidere in modo significativo sui costi di un intervento. La messa a a norma uno spazio di questo tipo può diventare un vero rompicapo anche perché, oltre a sicurezza e costi, occorre tenere in debito conto anche le esigenze di funzionalità, semplicità e – non ultimo – estetica dell’impianto. La situazione economica degli ultimi anni ha accentuato la necessità di poter razionalizzare in modo molto flessibile gli spazi e conseguentemente gli impianti antincendio. Ecco quattro suggerimenti per guidare le scelte al momento della progettazione. Per tutto il resto, l’ufficio tecnico Bovema risponde a qualsiasi richiesta in meno di due giorni.

Scegli l’approccio giusto

Scegli l'approccio giusto

Normalmente sono due gli approcci con cui si può realizzare un impianto antincendio in un centro commerciale:

1. Considerare l’edificio un unico ambiente con diverse attività

2. Considerare separatamente le diverse attività ed affidare a ciascuna la pratica antincendio

La discriminante è imposta dal D.M. 0710 per attività superiori ai 400 m² ma, in nome di una sicurezza maggiore, è possibile accorpare anche aree inferiori considerandole come un’attività unica (anche se di fatto non lo sono).

Presta particolare attenzione all’iterazione con gli altri impianti di protezione attiva

centrale di controllo

La progettazione degli impianti di evacuazione di fumo e calore può diventare in alcuni casi molto complessa. Addirittura potrebbe implicare l’utilizzo di soluzioni contraddittorie rispetto ad altri sistemi di protezione. Ma su questo aspetto occorre fare un po’ di chiarezza. Ad esempio, è opinione comune che sistema sprinkler e sistema di evacuazione fumo e calore non possano coesistere. Naturalmente non è così. Al contrario, la stessa norma UNI 9494-1 al paragrafo 6.6.1 indica gli “sconti” sul gruppo di dimensionamento del SENFC ottenibili con l’installazione di impianti di estinzione automatici (ad es. sprinkler). Per chi conosce a fondo la progettazione di questi sistemi è sufficiente elaborare lo scenario di incendio, applicare una corretta analisi del rischio e la soluzione viene da sé. È chiaro che l’apertura degli evacuatori di fumo e calore può influire negativamente sull’impianto sprinkler, ma la soluzione non può essere solo quella  di aumentare la temperatura dell’ampolla termosensibile, anche perché avere 200°C sotto soletta prima di aprire gli evacuatori potrebbe non essere così auspicabile, anche nell’idea di lasciare esprimere tutto il potenziale all’impianto sprinkler. Occorre dunque coordinare i sistemi e prevedere cosa potrebbe accadere in caso di guasto all’impianto sprinkler. Un corretto sistema di controllo e automazione dell’intero processo di attivazione può far fronte a queste evenienze, lasciando ogni sistema (rilevazione fumi, esodo, sprinkler ed evacuatori di fumo e calore) libero di esprimere il massimo potenziale nelle condizioni ottimali.

Progetta l’attivazione delle prese d’aria

Può capitare che i VV.F. richiedano che le prese d’aria per il sistema di evacuazione fumo e calore siano del tipo con apertura automatica. Questo può diventare un altro punto critico nei centri commerciali dove, ad esempio, non è ammissibile che – magari di notte, in assenza di persone e di vigilanza – automaticamente si aprano porte e finestre lasciando libero accesso a chiunque. È opportuno invece proteggere le persone durante l’incendio e garantire adeguate misure anti-effrazione. La chiave è ancora una volta la progettazione che, ad esempio, può far sì che le prese d’aria siano installate in posizioni difficilmente raggiungibili. È bene ricordare però che lo scopo dichiarato del sistema di evacuazione fumo e calore è la salvaguardia delle persone, e quando il centro commerciale è chiuso si può presupporre che non ci sia all’interno nessuno. Eventuali operai presenti durante le manutenzioni notturne lavorano solo in una parte del centro ed è quindi possibile limitare ad una zona soltanto le aperture. È anche per questo che progettazione, automazione e scelta dei prodotti devono andare di pari passo.

La manutenzione non è un optional

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Ultimo aspetto, troppe volte trascurato, è la manutenzione: per quanto si possa stare attenti e fare riunioni in cantiere, succederà sempre che un evacuatore a ribalta avrà un impedimento (tipicamente dei canali) che ne impedirà l’apertura completa o non sarà raggiungibile per la manutenzione. Questo aspetto è stato recentemente sottolineato anche dalla norma UNI 9494-3 relativa alla “messa in funzione e manutenzione degli impianti di evacuazione fumo e calore”. Ai fini della manutenzione è richiesto, oltre alla verifica dei singoli componenti, anche di simulare l’apertura di tutto l’impianto, esattamente come succede in caso di incendio. È bene ricordare che questo tipo di verifica viene comunque richiesta al momento dell’Asseverazione.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Per concludere, non occorre chissà quale progetto, né investimenti astronomici. Bovema Italia realizza impianti versatili che possono tranquillamente assolvere a tutti gli aspetti elencati. Una volta individuata la necessità, la soluzione viene da sé quando si hanno a disposizione una vasta gamma di prodotti e tecnici specializzati.

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