Il capitolo S.8 del Codice di Prevenzione incendi è interamente dedicato al tema del controllo di fumi e calore, come si legge nell’introduzione del capitolo:
«La presente misura antincendio di controllo di fumo e calore ha come scopo l’individuazione dei presidi antincendio da installare nell’attività per consentire il controllo, l’evacuazione o lo smaltimento dei prodotti della combustione in caso di incendio.»
Coerentemente con l’impostazione “prestazionale” del Codice, anche le misure dedicate al controllo del fumo vengono suddivise in tre diversi livelli di prestazione, a cui corrispondono diversi livelli di sicurezza a seconda dello scopo che la misura si prefigge di ottenere:
Livello di prestazione I | Nessun requisito |
Livello di prestazione II | Deve essere possibile smaltire fumi e calore dell’incendio dai compartimenti al fine di facilitare le operazioni delle squadre di soccorso. |
Livello di prestazione III | Deve essere mantenuto nel compartimento uno strato libero da fumi che permetta:la salvaguardia degli occupanti e delle squadre di soccorsola protezione dei beni, se richiestaFumi e calore generati nel compartimento non devono propagarsi ai compartimenti limitrofi. |
La valutazione del rischio che porta alla determinazione del livello di prestazione è condotta dal progettista antincendio sulla base di tre criteri fondamentali: Rvita, Rbeni e Rambiente.
«Il progettista applica all’attività tutte le misure antincendio, attribuendo i livelli di prestazione delle singole misure antincendio in funzione degli obiettivi di sicurezza da raggiungere nella valutazione del rischio dell’attività».
Per ogni livello di prestazione sono previste diverse soluzioni progettuali che garantiscono il raggiungimento del livello di prestazione richiesto. Le soluzioni progettuali sono di tre tipologie: soluzioni conformi, soluzioni alternative (adottabili solo per le attività con valutazione del progetto e soluzioni in deroga (secondo il procedimento di deroga di cui al DPR 151/11)
Soluzione conforme per il livello di prestazione III è un sistema di evacuazione di fumi e calore progettato secondo la norma UNI 9494-1:2017 (SENFC) e UNI 9494-2:2017 (SEFFC).
Per il livello di prestazione II invece il capitolo S.8 offre una serie di criteri per la creazione di “aperture di smaltimento” funzionali allo smaltimento del fumo tra cui ricordiamo:
- Devono essere posizionate preferibilmente in copertura o nelle parti alte delle pareti del compartimento.
- Devono essere realizzate in modo che fumo e calore smaltiti non interferiscano con il sistema delle vie di esodo, non propaghino l’incendio verso altri locali, piani o compartimenti.
- Devono essere realizzate secondo uno dei 5 tipi previsti: SEa, SEb, SEc, SEd, SEe.
- Nel progetto devono essere previste indicazioni specifiche per la gestione delle aperture di smaltimento. (cap.S.5)
- Devono essere protette dall’ostruzione accidentale durante l’esercizio dell’attività.
- La presenza di aperture in posizione difficilmente accessibile è un fattore di rischio da valutare.
Una soluzione alternativa per lo smaltimento di fumo e calore è rappresentata dal ricorso all’appendice G della norma UNI 9494-1 (smaltimento naturale di fumo e calore d’emergenza) e all’appendice H della norma UNI 9494-2 (smaltimento forzato di fumo e calore d’emergenza). Tali soluzioni alternative costituiscono una soluzione “generalmente accettata” e in quanto tale adottabile dal progettista senza necessità di ulteriori dimostrazioni.
Alla categoria dei sistemi di smaltimento forzato appartiene anche la tipologia di impianto SVOF (sistema di ventilazione orizzontale forzata del fumo e del calore) anche tramite il ricorso ai jet fan per lo smaltimento del fumo in locali con caratteristiche particolari come le autorimesse. Per tali sistemi è considerata soluzione conforme la progettazione tramite la norma tecnica armonizzata europea TS prCEN/TS 12101-11. Lo stesso livello di sicurezza è raggiungibile anche utilizzando come soluzione alternativa l’appendice H della norma UNI 9494-2.